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Il Mondo

LA SBARRA
Stuart mi citofona che sono le tre e mezza. Del pomeriggio, intendo. Ha una voce strana fin dal citofono. Abbacchiata direi. Arriva alla porta e lo faccio entrare: zoppica visibilmente, e si tiene una mano sulla testa. - Che è successo Stu? Fa cenni strani, vaghi e furiosi. Rido di già, ma mi trattengo. Sediamo in cucina. Preparo due bicchieri di vodka liscia (mica sempre Jack Daniel’s, noi si va a periodi).
- Cazzo, esordisce. Stamattina mi sono visto allo specchio. Sto’ mettendo su pancetta.. e così ho deciso di riprendere ad allenarmi. Mi limito ad osservarlo. Trangugiamo un sorsetto. Scuote la testa, poi va avanti.
- Bhè, sai com’è no? Tuta da ginnastica, registratore con gli AC/DC al palo, mi guardo attorno per decidere con che iniziare. Flessioni? Mmm Tricipiti? Dopo.. Trazioni! Sì, perfetto. Trazioni alla sbarra, quello che ci vuole per partire alla grande. Ho due sbarre in camera. Una è di quelle professionali di ferro, fatta di due tubi che si avvitano uno dentro l’altro, pesa una tonnellata e si fissa a pressione tra gli stipiti delle porte. Annuisco. Ne ho una identica in anticamera. Glielo ricordo e lui mi fa un gesto come dire: attento a te. Poi riprende.
- L’altra sbarra è un manico di scopa. Classica artigianale. È appoggiata tra due mobili in camera. C’è lo spazio in mezzo giusto per fare trazioni e la uso da decenni. Bhè insomma, gli AC/DC strillano, io sono carico e decido per la sbarra di legno, così la porta resta chiusa e la madre non rompe le scatole per la musica alta. Mi appendo, raccolgo le gambe all’indietro incrociando le caviglie e uno, due, tre, CRACK. Si spezza la sbarra di legno, io casco colle ginocchia sulle piastrelle e i pezzi di legno sulla mia testa! Mi ritrovo mezzo rincoglionito e dolorante a terra con mia madre che arriva e strilla più degli AC/DC per farsi sentire: Stuart! Ti sei fatto male? Ti esce il sangue!
(non mi trattenevo più. Ridevo sfacciatamente. Lui imperterrito prosegue, ormai è lanciato e si ferma solo per brevi sorsetti di vodka.)
- Insomma tragedia. Mi ritrovo in bagno a medicarmi la testa (mi mostra un’area incerottata, io rido) e con le ginocchia che fanno un male boia. Ma non mi arrendo facilmente io. Ho deciso di rimettermi in forma e lo farò, checcàvolo. E così torno in stanza incerottato, riavvolgo il nastro degli AC/DC, mi ricarico emotivamente e balzo alla sbarra professionale. Mi sto attaccando quando mi coglie il pensiero: e se salta anche questa? Oddio, impossibile. In dieci anni di utilizzo di entrambe proprio oggi dovrebbero saltare tutte e due? Ma questa è di ferro massiccio e pesa una tonnellata. La prudenza non è mai troppa. Quindi decido di fare le trazioni tenendo le gambe tese ed aperte, una avanti ed una indietro cosicché, nel malaugurato caso, caschi in piedi e non mi spezzi del tutto le ginocchia. Gli AC/DC strillano a più non posso, e io parto in quarta. Uno, due, tre, quattro, SBAM! La sbarra (!!!) cede. Grazie alla mia precauzione mi ritrovo a cascare ben saldo sulle gambe, e in questa posizione plastica di incredibile solidità mi scaravento la sbarra sulla testa con tutta la forza di spalle, braccia, pettorali e schiena. Eh sì, perché vedi quando ti tiri su ci metti tutta la forza, e siccome quella massa d’acciaio mi cede proprio mentre mi sto tirando su, mi ritrovo a sbattermela in testa con tutte le forze che usavo per sollevarmi! Insomma crollo ancora al suolo stavolta mezzo svenuto, con mia madre e gli AC/DC che strillano all’unisono. Chiedevo pause a Stuart per respirare. Alla fine rideva anche lui.
- Se provavi a fare flessioni crollava il pavimento. Commento. Mi mostra un bernoccolo che sorge in tempo reale. Dice che le ginocchia un male cane. Ci beviamo sopra. Dopo un po’ il male diventa meno terribile (potenza dell’alcool) e decidiamo di uscire. Mentre passiamo in anticamera, sotto la mia sbarra, Stuart si copre la testa con le mani. Riprendo a ridere. - Ridi ridi, mi avverte, ma se ti salta in testa di fare le trazioni a quell’aggeggio infernale dami retta: metti sotto dei cuscini e un elmetto in testa. E da quel giorno non ho più usato la sbarra per le trazioni. Se la conosci, la eviti. Se la conosci non ti sfascia la testa.

Stefano Re © 1997
da Tracce
In Piscina L'arrosto di mia nonna La sbarra Un racconto