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Il Mondo

L’ARROSTO DI MIA NONNA
La premessa è un po’ complicata. Tagliando corto, diciamo che ci troviamo al mare presso San Remo, io, Stuart, Peo e un altro amico, tutti ospiti di mia nonna. Dunque, mia nonna. Due parole per capire il personaggio. È nei novanta ad oggi, e viaggiava sugli ottanta abbondanti in quel periodo. Di solito la chiamo Il Brontosauro, ma anche Tank. Vedete, è dotata di radar per muoversi, perché è praticamente ciecata, e altrettanto sorda. Casca sovente, ma non si fa mai male. Una volta ha rotto un gradino di marmo, con la testa. Secondo me è immortale. Ora, tra le sue passioni c’è la religione (ecco il mio Gesù -Nonna vacci piano -Che bello il mio Gesù, sei andato a messa oggi? -Nonna non ci vado da quattordici anni a questa parte -Non dire certe cose! Dio ti aiuterà! Io prego sempre dio che vi aiuti tutti quanti) e fino a qualche annetto fa anche cucinare. E cucinava davvero roba golosa. Magari un poco pesantina (quei tre etti di burro soltanto, e un pizzico di strutto per insaporire. Olio? Un goccio solo..) ma davvero gustosa. Nel caso specifico aveva allestito un pranzo per dodici fidando nella voracità di noi baldi giovincelli. Dagli antipasti ai ravioloni al prosciutto alle verdure all’arrosto. E fu sull’arrosto che cascò l’asino. Si trattava di magatello inzuppato in un sughetto di carne e spezie e chissà cos’altro da convertire un vegetariano. Tutti e quattro ci avevamo dato dentro alla grande, ma vuoi piselli patate e antipastini vari, vuoi quantità mostruosa di arrosto per quanto ci sforzassimo la pentola restava sempre mezza piena. Demmo forfait uno ad uno sotto il fuoco delle insistenze (-Ma insomma non vorrete lasciarla lì, volete altro prosciutto? Mi pare pochino, volete che metta su dell’altra pasta? -No grazie signora, -Lascia stare bronti, -No signora è gentilissima ma sono davvero sazio) e solo Stuart resisteva, lento e metodico come un ruminante. Su di lui si concentrò dunque il fuoco delle richieste del brontosauro: È buona? È poca? È cotta? È gustosa?
E Stuart commise l’errore della sua vita. - Certo signora, è davvero squisita! Posso averne ancora?
Con un sorriso radioso e la velocità del morso della tartaruga azzannatrice (sì sì penso esattamente a lui*) il brontosauro riempì il piatto del povero Stuart, che imbranato frascico nel fare i complimenti, si rimpinzò fino alla morte clinica.
Dopo tale lauto pasto, ci dedicammo in abbondanza a sigarette e liquorini in salotto, sennonché si era al mare, e saremmo ripartiti il giorno seguente, per cui un giretto in spiaggia con tuffo e nuotata sana e rigenerante era dovuto, almeno a sentire Stuart. Eccoci quindi in spiaggia, a constatare che c’è vento e fa piuttosto freddo (era settembre).
- Ci vuole un bagno, per smaltire! Annuncia Stuart, incitandoci. Dopo un breve scambio di opinioni gli diamo del pazzo e quando si spoglia e si getta tra i flutti nessuno di noi si è tolto i Jeans. Sbracciando ci deride dandoci dei molluschi e cantando le lodi di una sana e vigorosa attività sportiva. Un poco vergognosi, ci aggiriamo per la spiaggia indecisi sul da farsi. Ci sono però delle ragazze sedute al bar e si comincia una interessante discussione sul nulla, che viene interrotta dopo pochi minuti da alcune urla soffocate. Mi volto e inquadro uno Stuart color salvia che arranca a quattro zampe fuori dall’acqua, emettendo gemiti spaventosi. Subito accorriamo tutti in soccorso e ricopriamo il caduto con asciugamani e lo mettiamo a sedere. Con gli occhi impallati e le labbra impastate, Stuart biascica in modo appena intelligibile:
- La vecchia.. mi ha tentato di uccidere.. maledetto arrosto..
Dopo un canarino e molti improperi che per amor di pudicizia vi risparmio, Stuart riprese un colorito vagamente umano e tutti noi potemmo finalmente incominciare a ridere. Non abbiamo ancora smesso a dire il vero.

* Lui? Hannibal Lecter, pag.252 del Silenzio degli innocenti, di Thomas Harris, Ed. Oscar Mondadori
Stefano Re © 1997
da Tracce
In Piscina L'arrosto di mia nonna La sbarra Un racconto