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SPECIALE THE WALL
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BRING THE BOYS BACK HOME


Bring the boys back home.
Bring the boys back home.
Don't leave the children on their own, no, no.
Bring the boys back home.

Una marcia militare accompagna il coro cantato dai parenti dei reduci nella loro richiesta di pace. Pinky li osserva, testimone e giudice, vittima e unico spettatore del concerto. Il pezzo si chiude con l'immagine del plotone di soldati, i caduti di guerra, che si allontana nella bruma. Loro non torneranno mai a casa.

Questo brano chiude la parentesi di viaggio nel corpo di Pinky e nella memoria, e restituisce il film al presente. Dopo aver visto soldati e parenti intonare la perentoria richiesta di riportare a casa i soldati dai loro bambini, torniamo nella devastata stanza d'albergo, dove Pink, il volto segnato dalla rozza depilazione, giace semisvenuto su una sdraio.

La scena appare quasi identica a quella iniziale, ma mentre nella prima azione non si notava alcune evidente devastazione, ora la stanza è passata attraverso la furia devastatrice e poi l'assurdo riordino. Lo stesso Pink appariva ancora dotato di sopracciglia. Questa discrepanza sembra suggerire o una disfagia temporale, e quindi che la prima scena va situata prima della sequenza accompagnata da Young Lust, oppure che l'una o l'altra versione della scena è stata in parte modificata dalla fantasia di Pink.

In entrambi i casi, la porta è scossa dai colpi di qualcuno, infine cede e si spalanca.


Stefano Re ©1989-2004

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