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Reviews

SPECIALE THE WALL
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NOBODY HOME


I've got a little black book with my poems in.
Got a bag with a toothbrush and a comb in.
When I'm a good dog, they sometimes throw me a bone in.

I got elastic bands keepin my shoes on.
Got those swollen hand blues.
Got thirteen channels of shit on the T.V. to choose from.
I've got electric light.
And I've got second sight.
And amazing powers of observation.
And that is how I know
When I try to get through
On the telephone to you
There'll be nobody home.

I've got the obligatory Hendrix perm.
And the inevitable pinhole burns
All down the front of my favorite satin shirt.
I've got nicotine stains on my fingers.
I've got a silver spoon on a chain.
I've got a grand piano to prop up my mortal remains.

I've got wild staring eyes.
And I've got a strong urge to fly.
But I got nowhere to fly to.
Oh, Babe when I pick up the phone

There's still nobody home.

I've got a pair of Gohills boots
and I got fading roots.

Uscito dal bagno nel suo nuovo ed inedito aspetto, Pink può dedicarsi a rimettere ordine anche nel passato. Fermandosi davanti alla televisione ad alienarsi, Pink scivola nel suo passato e ridiventa bambino. Lo vediamo aggirarsi nelle trincee, tra soldati inglesi morti come quelli del battaglione di suo padre.

Attraverso trincee e cunicoli, raggiunge una specie di sanatorio, dove in un angolo si avvicina ad un uomo accovacciato in un angolo, tremante. Quando lo tocca, questi si volta mostrando il volto, privo di sopracciglia, di Pink adulto. È un volto demente, ossessionato. La curiosità e la promessa di vita di Pink bambino affrontano faccia a faccia il fallimento e la follia di Pink adulto.

Pink bambino fugge, torna sulle colline della battaglia, e vi ritrova di nuovo Pink adulto, che guarda alla televisione un vecchio film di guerra. Il bambino osserva l'uomo, poi lo abbandona, svanendo in un denso nebbione.

Il testo torna a sfiorare il tema dell'abbandono, ma senza più il tono di vivo dolore che lo caratterizzava. Ora è soltanto un mattone nel muro, qualcosa che si può osservare con nostalgia e malinconia, con nero sarcasmo e freddezza.


Stefano Re ©1989-2004

SPECIALE THE WALL
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