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SPECIALE THE WALL
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IS THERE ANYBODY OUT THERE?
Is there anybody out there?
Is there anybody out there? Is there anybody out there? Is there anybody out there?
L'opera, il muro, è infine terminato. Si erge ciclopico sovrastando Pink, nudo e sanguinante. L'uomo ora lo tasta, lo percorre con il proprio corpo, lo percuote lanciando un richiamo. Esiste ancora un mondo là fuori? Qualcuno può ancora sentirlo? No, nessuno può più sentirlo. Nessuno può raggiungerlo, nessuno può fargli più del male. Pink si ritrova chiuso dentro il suo muro insuperabile, con un mondo tutto per lui, da ricostruire.
Lo osserviamo mentre lentamente, metodicamente, ricrea un bizzarro ordine nei i resti della stanza devastata, sistemando ogni singolo relitto sulla moquette secondo un pazzesco ed incomprensibile schema. Questa azione rappresenta la necessità di Pink di prendere il controllo del suo nuovo mondo interiore, di conoscerlo, dargli forma e sostanza. Per farlo, deve muovere dai resti di ciò che è stato.
Quando la stanza è tornata ad assumere un aspetto per lui accettabile, Pink si sposta in bagno dove si rade davanti allo specchio. Radersi, ripulirsi, è un modo per recuperare integrità e coesione mentale. È una azione quotidiana, un gesto di stima verso se stessi, un gesto di pulizia. E' un modo per tornare a dichiarare attenzione verso se stesso, di prendersi nuovamente cura di sé. Pink torna dunque a conoscersi. Ma nel farlo, si accorge di voler andare oltre. Si accorge di voler portare fino alle sue estreme conseguenze ciò che ha avviato. La lama prosegue rasando anche il petto, poi le sopracciglia. I peli qui rappresentano dubbi, disordine, confusione. Raderli significa ripulirsi, rigenerarsi, abbandonare dubbi e incertezze e trovare un aspetto nuovo. Un aspetto ordinato, pulito, monolitico. Le premesse dell' "uomo nuovo" mettono radici nella realtà. Stefano Re ©1989-2004
SPECIALE THE WALL
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