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SPECIALE THE WALL
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EMPTY SPACES


What shall we do to fill the empty spaces
Where waves of hunger roar
Shall we set out across the sea of faces
In search of more and more applause
Shall we buy a new guitar
Shall we drive a more powerful car
Shall we work straight through the night
Shall we get into fights
Leave the lights on
Drop bombs
Do tours of the east
contract diseases
Bury bones
Break up homes
Send flowers by phone
Take to drink
Go to shrinks
Give up meat
Rarely sleep
Keep people as pets
Train dogs
Race rats
Fill the attic with cash
Bury treasure
Store up leisure
But never relax at all
With our backs to the wall

Pink telefona a casa propria in Inghilterra ancora una volta, da una cabina, e stavolta qualcuno risponde. Ma è una voce di uomo. È l'amante della moglie, che riattacca senza accettare la chiamata. Pink crolla a terra, ai piedi del suo muro. Sulle note di Empty Spaces, si apre un altro suggestivo interludio a disegni animati.

Due fiori si fronteggiano su un sottofondo musicale che sembra premettere tempesta. I due fiori raffigurano, tanto nella forma quanto nelle movenze, i genitali maschili e femminili, e sembrano vincolati in una danza di reciproco interesse. Il fiore-femmina sembra provocare il fiore maschio, decisamente più piccolo e dai movimenti più cauti e dubbiosi. La rappresentazione del corteggiamento si compie con una unione, la penetrazione del maschio nella femmina, che attorciglia gli steli dei fiori e li fonde in modo simbiotico. Due colombe volteggiano davanti ai fiori uniti nell'amplesso, e come esse svaniscono i fiori divengono altrettanti musi di belve feroci intenti ad azzannarsi vicendevolmente. La lotta prosegue finché entrambi i contendenti non ridiventano fiori, ma di dimensioni ancora più disparate, con il fiore-femmina sempre più grande e luminescente e quello maschile sempre più piccolo e denaturato. Il fiore femmina, una immensa orchidea, divora in un morso l'intero fiore maschio, trasformandosi nel contempo in una belva alata, che scompare infine all'orizzonte tenendo tra le fauci la sua preda.


Dal paesaggio sul cui orizzonte la belva è svanita avanza dunque un muro di palazzi e grattacieli, che visto da vicino si mostra composto anche di macchine, elettrodomestici, televisioni e beni d'ogni sorta. A fianco del muro, uno sterminato oceano di volti senza espressione si affolla ondeggiando, mentre sullo sfondo il muro avanza, sempre più veloce. Da alcuni mattoni del muro prende forma un volto umano che urla di dolore - immagine poi adottata come logo del film. Il muro procede velocissimo, mutando il mondo che occupa. Un fiore diventa un intreccio di filo spinato. Un bambino cresce e si trasforma dapprima in una specie di mostro e poi in un giovane uomo vestito nella divisa nera e rossa che sfoggiava Pink nel comizio che apre il film. Brandisce un manganello e con esso sfonda il cranio di un altro uomo seduto poco distante. Un castello-cattedrale medioevale viene raggiunto dal muro e distrutto in mille pezzi, che cadendo vengono a formare una specie di edificio scintillante fatto di luci al neon che ricorda i casinò di Las Vegas. Un'immagine dal volto senza tratti si deforma in una maschera urlante, coperta di bava e piaghe purulente. Veloce, essa si trasforma incessantemente diventando un esasperato corpo femminile, una montagna di dolciumi, un mitragliatore che spara a raffica, una siringa, una chitarra elettrica, una macchina di lusso. Infine sorge dal terreno stesso un immenso martello che piomba sulla telecamera.


Dal paesaggio sul cui orizzonte la belva è svanita avanza dunque un muro di palazzi e grattacieli, che visto da vicino si mostra composto anche di macchine, elettrodomestici, televisioni e beni d'ogni sorta. A fianco del muro, uno sterminato oceano di volti senza espressione si affolla ondeggiando, mentre sullo sfondo il muro avanza, sempre più veloce. Da alcuni mattoni del muro prende forma un volto umano che urla di dolore - si tratta del logo del film. Il muro procede velocissimo, mutando il mondo che occupa. Un fiore diventa un intreccio di filo spinato.

Un bambino cresce e si trasforma dapprima in una specie di mostro e poi in un giovane uomo vestito nella divisa nera e rossa che sfoggiava Pink nel comizio che apre il film, brandisce un manganello e con esso sfonda il cranio di un altro uomo seduto poco distante. Un castello medioevale viene raggiunto dal muro e distrutto in mille pezzi, che cadendo vengono a formare una specie di edificio scintillante fatto di luci al neon che ricorda i casinò di las vegas. Un'immagine umana senza volto si deforma in un volto urlante, piagato da malattie che infine perde ogni forma e si trasforma incessantemente in un esasperato corpo femminile, una montagna di dolciumi, un mitragliatore che spara a raffica, una siringa, una chitarra elettrica, una macchina di lusso. Infine sorge dal terreno stesso un immenso martello che piomba sulla telecamera.


Come già il primo interludio, anche questo racchiude e introduce un gran numero di simboli e concetti, in parte inerenti alla vicenda di Pink, in parte di più ampio respiro. La danza dei due fiori è ovviamente una feroce rappresentazione della relazione, non soltanto in ambito erotico, tra i generi sessuali. Che si tratti di una rappresentazione specifica della relazione di Pink e della moglie, o invece di una più ampia considerazione sulla relazione tra i generi tout-court, di fatto in questi disegni il maschio viene raffigurato titubante, incerto e sostanzialmente attratto dalla femmina, che lo sovrasta nelle dimensioni e lo provoca nelle movenze, mostrando un controllo completo della situazione praticamente in ogni fase. L'atto sessuale viene raffigurato quasi alla stregua di una lotta, o per meglio dire la fase di una lotta più ampia, in cui la femmina attrae l'uomo al solo fine di farne strazio e divorarlo. E la femmina viene persino rappresentata come ingigantita, aumentata nel suo potere (e nelle sue capacità di attrazione) dalle fasi più acute della lotta, che invece nella rappresentazione grafica mostrano il maschio sempre più indebolito, incerto e vittima della situazione. Si noti come non vi sia traccia di sicurezza, affetto, calore o reale comunicazione in questa rappresentazione della relazione tra i sessi. Soltanto dimostrazioni di forza, un braccio di ferro continuo, fatto di colpi e parate, di inviti e morsi, di finte e di affondi che non si possono in nessun modo confondere con atti di reciproco riconoscimento, bensì esclusivamente di feroce affermazione del sé a scapito dell'altro. Per chi non sia digiuno di teorie delle relazioni, questo balletto feroce sembra l'appassionata raffigurazione di un gioco a somma zero.


Alla fine del duello, sulle spoglie del rapporto tra i sessi, avanza il muro del progresso con tutti i suoi alfieri e simboli di status socio-economico. Il testo domanda come sarà possibile riempire il vuoto in cui prima (in un reale periodo di contatto umano per la persona di Pink - o forse in una mitologica età dell'oro per l'intera razza umana) era stato possibile comunicare. Si domanda come sia possibile navigare su oceani di fame e sofferenza (il riferimento sembra essere al terzo mondo, ma anche alle disparità sociali proprie del sistema capitalistico). Ai piedi del muro la massa umana è un mare senza volto, in perpetua agitazione e ricerca di soddisfazione. Una feroce rappresentazione della riduzione degli esseri umani a consumatori. L'avanzata del muro-progresso devasta l'ambiente rendendolo arido e ostile (il fiore che diventa fil di ferro) e genera mostri dagli esseri umani trasformandoli in esseri insensibili alle sofferenze del prossimo, quando non persino in belve violente. Il castello-cattedrale rappresenta la spiritualità della religione, ma anche la semplicità della fantasia, la magia della narrazione, la favola - che viene distrutta dalla fredda determinazione del progresso - e dai suoi frantumi si erge il nuovo mondo delle favole, adeguato al consumismo, fatto di brillanti insegne al neon, il cui prototipo è Las Vegas.

Le trasformazioni del volto pseudo-umano che seguono altro non sono che i simboli di ciò che viene appunto usato per ottundere i nostri sensi di fronte alla sofferenza dei nostri simili, ma anche e forse soprattutto di fronte alla dolorosa realtà della incomunicabilità tra esseri umani, della feroce crudele lotta di potere tra i generi sessuali poc'anzi disegnata, e forse della generale assenza di senso che dirige la vita umana. Droghe, golosità, armi e violenza, persino la musica ed il suo mondo di spettacolo ed arte. La risposta definitiva a tutto ciò sembra essere il martello che emerge dal terreno per calare con tutta la sua forza distruttiva ad esprimere la rabbia di Pink, e dell'uomo in generale.

Dal martello della animazione si concretizza un martello reale, che piomba a frantumare una vetrina. Seguono scene che sembrano richiamare sommosse di tipo razziale, in cui saccheggiatori di colore prendono d'assalto alcune vetrine di negozi e vengono duramente caricati dalla polizia. Anche s eil pensiero va ai disordini di Watts, si noti che la polizia è quella inglese, il che fa pensare ai disordini razziali dovuti alle difficoltà economiche ed alla dura politica di risanamento durante il mandato della Primo Ministro inglese Margaret Thatcher.


Stefano Re ©1989-2004

SPECIALE THE WALL
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