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SPECIALE THE WALL
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THE TIGERS BROKE FREE PT.1


It was just before dawn one miserable morning
In black 'forty four
When the forward commander
Was told to sit tight
When he asked that his men be withdrawn
And the Generals gave thanks
As the other ranks held back
The enemy tanks for a while
And the Anzio bridge head
Was held for the price
Of a few hundred ordinary lives

IIl brano "when the tigers broke free" non compare nell'album originale dei Pink Floyd. Il suo testo, fortemente autobiografico, introduce il tema del "padre mancante" e insieme quello del "mito del guerriero". In questa prima parte della canzone, che accompagna l'apertura del film, l'attenzione è focalizzata sul mito del guerriero, ovvero la rappresentazione dell'immagine paterna, maschile, di un simbolo di eroismo e coraggio che trovano la loro espressione in combattimento. Così è nel testo che utilizza forme verbali tipiche del commento militaristico; così è nelle sonorità, con un sottofondo di lontane esplosioni dominate da una marcia marziale; così è infine nelle immagini, dominate da uno sfondo nero da cui emerge solo l'essenziale: il volto scavato dell'uomo, il lume a petrolio, i gesti meccanici di pulizia e caricamento dell'arma.

Il ricordo sfuma nella breve scena di un bambino, minuscolo nella distanza, che corre lungo l'orizzonte di un campo da rugby sotto un cielo così colmo di sole da apparire opprimente.

Il presente riprende le mosse con un primissimo piano del quadrante di un orologio raffigurante topolino - un richiamo ai sogni dell'infanzia - e ci mostra Pink adulto, nella sua stanza d'albergo, seduto in una veglia catatonica, gli occhi fissi nel nulla. Questa immagine di Pink seduto su una sdraio al centro della stanza, la lampada a stelo con un paralume giallo al suo fianco, riemergerà periodicamente nel flusso continuo e impetuoso di forme che scorre lungo la prima parte del film, poiché essa rappresenta lo stato di realtà attuale - la declinazione del presente indicativo. Ed essa pur nel sogno, nel ricordo e nell'immaginazione più profonde torna ugualmente ad affiorare.

La donna delle pulizie della prima scena ora bussa alla porta e poi cerca di entrare nella sua stanza d'albergo, che però è bloccata dall'interno. Da questo momento in poi, la realtà del presente viene abbandonata fin oltre la metà del film. I suoni e il tentativo di ingresso della donna scatenano infatti in Pink una serie di visioni e ricordi, che colmeranno la pellicola per gran parte della sua durata.


Stefano Re ©1989-2004

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