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SPECIALE LIVING DEAD
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2.2 Molti, lenti e inesorabili


Un altro aspetto, e forse uno dei più terrificanti, della figura dello zombi, consiste nella sua implacabilità. Lo zombie difatti, ha movenze sgraziate, lente, goffe. Un individuo sano è perfettamente in grado di seminarlo, anche semplicemente mettendosi a correre. Ma a differenza del suo inseguitore, il fuggitivo deve anche fermarsi a dormire. E deve riflettere, pensare, considerare la propria situazione, le proprie prospettive. Lo zombie, al contrario, non pensa, non riflette, non ha dubbi, non ha timori. Cammina, zoppica, o persino si trascina. Può farlo per ore, giorni, anni, mentre il suo corpo lentamente si decompone (il dottor Logan spiega in Day che la decomposizione è fortemente rallentata dal momento della resurrezione). Lo zombie non smette mai di inseguire la sua preda. Perché, esattamente come la fame che desidera soddisfare, lo zombie non ha un fondo su cui posare. E questa cecità, questa determinazione inumana, lo rendono terribile. Questo, unitamente all'altro fattore essenziale, ovvero il numero. Sconfiggere uno zombie solitario non è una impresa complicata. Gli zombie difatti sono mediamente deboli, rigidi, incapaci di azioni coordinate. Eppure, basta un piccolo morso per condannare chiunque a morte sicura. Ogni singolo zombie è dunque al tempo stesso debole e letale. E, come abbiamo appena detto, implacabile. Ciascuno, dal primo all'ultimo.

E sono moltissimi. Il numero è un fattore essenziale nella iconografia degli zombie. Per quanti colpi vengano sparati, per quanti zombi vengano abbattuti, altri li sostituiranno sempre. Gli zombie diventano quindi una sorta di esercito con mille facce diverse eppure sempre la stessa. Un inseguitore che si può sempre seminare, ma che non si ferma mai a tirare il fiato o riposare. E che così come è alle tue spalle, è anche poco oltre davanti a te. Gli zombi, per definizione, assediano da ogni parte gli umani. E sono un avversario che non si scoraggia mai, che non cambia mai idea. Un nemico che si può uccidere mille volte, ma sempre tornerà a cercare di morderci. Ed ecco che la visione di questo sterminato esercito con i mille volti della morte diventa l'orribile incubo dell'assedio prima mentale e poi fisico ai sopravvissuti, a coloro che resistono. Una resistenza che, nel migliore dei casi, finirà con la il sopraggiungere della morte naturale. Quasi a sottolineare che, in un modo o nell'altro, gli zombie vinceranno comunque.


Stefano Re ©2005

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