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SPECIALE THE WALL
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Due parole di Introduzione

Il disco "The Wall" dei Pink Floyd viene pubblicato nel 1979 e immediatamente bollato come "commerciale" dai fan del gruppo. I suoni raffinati, i testi che trovano una coesione logica tra di loro, la volontà narrativa e il gusto autobiografico-nostalgico di Waters trovano ampio spazio espressivo, dando all'album un tono troppo "ordinato" per il pubblico storico del gruppo, abituato più alla psichedelica e alla perdita di riferimenti che alla triste e pragmatica melanconia intimista che pervade The Wall.
Nel 1980 esce il film per la regia di Alan Parker. Connubio perfettamente riuscito tra spettacolarità e profondità - tra ermetismo e narrazione, The Wall racchiude in sé una poesia visionaria, sogni, speranze e incubi di uno e in esso di tutti gli esseri umani. L'uso delle animazioni, la destrutturazione della storia che intromette continui flashback in cui immaginazione e realtà del ricordo si miscelano, la quasi totale mancanza di dialoghi e scenario "recitato"rendono The Wall insieme un film tradizionale e innovativo, rivoluzionario e scolastico, moderno ed antico al tempo stesso.

The Wall è anzitutto una biografia. La biografia di un essere umano tormentato, esposto dalla propria sensibilità al dolore e colpito dalle vicende della vita: la guerra, la famiglia, l'educazione, la scuola, l'arte, il sesso, la violenza, la droga, i sentimenti. Prima e oltre ogni altra cosa, i sentimenti. Poco conta in questa sede se la persona di cui queste canzoni e questo film dipingono la percezione del mondo e di se stesso sia ispirata allo stesso Roger Waters, come le vicende familiari sembrano suggerire, o se invece si ispirasse a Syd Barret, fondatore del gruppo finito internato dopo aver perso ogni contatto con la realtà anche a causa di un intenso uso di allucinogeni. Di fatto MrPink rappresenta insieme un caso particolare, specifico, ed un caso generale, assoluto. Il film è un paradigma dell'essere umano posto di fronte alla sua più profonda paura: quella di confrontarsi con la propria sensibilità.

Analisi e riflessioni seguono la cronologia del film così come si dipana, suggerendo interpretazioni, analisi e spunti di riflessione che muovono tanto dai testi della canzoni quanto dalle immagini del film. Questo scritto vuole quindi essere una sorta di "guida alla riflessione" da accompagnare alla visione del film stesso, senza il cui impatto visivo e sonoro nulla di ciò che segue ha molto senso.


The wall può venire letto sotto profili, o se vogliamo a livelli, piuttosto differenti. Dal punto di vista dell'intreccio, la "narrazione", la vicenda è piuttosto semplice. Il personaggio principale, chiamato Pink e interpretato da BoB Geldof è un cantante inglese di successo che sta affrontando un tour negli USA. L'intreccio si svolge nell'arco delle poche ore prima di un importante concerto di questo artista, che troviamo all'inizio del film in uno stato di stupore semicomatoso, accasciato su una sdraio in un appartamento d'albergo. Ma fin dai primi minuti del film, alla realtà e al presente si affacciano immagini e suoni che rappresentano la percezione distorta, spesso spaventosa, della realtà così come il protagonista la percepisce. Queste rappresentazioni oniriche, che di fatto compongono l'intero film, miscelano al loro interno accadimenti propri della infanzia del protagonista, proiezioni dei suoi desideri e dei suoi incubi, le difficoltà relazionali della sua esistenza e le contraddizioni più feroci del mondo moderno e della stessa natura umana. Spesso poi l'animazione prende il posto dell'immagine filmata ed il simbolo sostituisce completamente la realtà, tanto nel metodo espressivo quanto nel suo contenuto. Riteniamo dunque essenziale muovere anzitutto da un punto di partenza: tutto il film è la rappresentazione della realtà, e della propria esistenza, secondo la percezione del protagonista stesso. Ed egli è, a sua volta, null'altro che il "prototipo" dell'essere umano, delle sue risorse, paure, debolezze e vulnerabilità. Per dipanare e comprendere appieno la valenza del film, dunque, occorre sempre vedere le scene che lo compongono secondo questi tre diversi livelli di lettura: la rappresentazione dei ricordi di Pink, la proiezione della sua fantasia su di essi, la lettura "universale" della sua vicenda rispetto al genere umano.

Difficile dire se fosse già nelle intenzioni dei Pink Floyd o di Alan Parker toccare tutti gli aspetti che l'opera nel suo insieme rappresenta. The Wall figura una carrellata di immagini, simboli e rappresentazioni di concetti assoluti che l'animo umano percepisce e rispecchia a livello inconscio, ma che a causa della rapidità di molte scene non emergono facilmente ad una prima visione. The Wall è un film che va assaggiato a più riprese e masticato a lungo, e per molti palati può risultare un'orgia di suoni e immagini tanto violenta da risultare indigesta.


Essendo il film scandito e strutturato secondo le canzoni dell'album dei Pink Floyd da cui trae ispirazione e motivo, seguiremo queste come linee guida nell'affrontare la lettura del film. Si noti peraltro che alcune canzoni sono state modificate, sia nei testi che nei suoni, rispetto all'album, e che alcuni pezzi sono stati aggiunti esclusivamente in accompagnamento di altrettante scene del film.


Nota dell'autore: le riflessioni che seguono sono state tracciate nel 1989. Chi scrive allora aveva 19 anni e oggi ne ha 33. Molte cose sono cambiate dentro e attorno a lui, eppure, di fronte a quest'opera, tutto sembra essere rimasto identico. Non riesco a decidere se considerarlo un successo o un fallimento.


Stefano Re ©1989-2004

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