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SPECIALE LIVING DEAD
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1.1 Le origini della minaccia


La minaccia impone almeno due livelli di "pressione" sui protagonisti: da un lato vi è il rischio fisico, concreto, offerto dalla possibilità di aggressione da parte degli zombie. Dall'altro si intravede in modo sempre poco chiaro, e non potrebbe essere diversamente, una origine misteriosa del fenomeno. Il fatto, inspiegabile e terrificante, della presenza di morti viventi, deambulanti ed ostili vis-a-vis impone scelte concrete. Ma la loro esistenza pone anche domande più profonde, che vengono, nei film, relegate ad essere espresse nella quiete forzosa che i protagonisti ottengono a prezzo di barricarsi, sotto assedio. È in questa condizione di "stabilità apparente" che i protagonisti possono scambiare opinioni, cercare e ricevere notizie sulle cause del fenomeno. Questa fase, la razionalizzazione, è un tentativo di "normalizzare" la situazione: uno sforzo di reagire all'orrore dandogli una spiegazione quanto più possibile accurata. Alla comprensione del fenomeno può difatti seguire la scoperta di una soluzione. Tramite la spiegazione, si cerca anche di riportare una sorta di controllo su una realtà che sembra sfuggire ad ogni logica.

Ma proprio per questo le spiegazioni restano confuse, vaghe, talvolta contraddittorie. In Night e poi in Dawn è tramite la televisione che agli assediati giungono notizie, teorie e spiegazioni. In Night si parla di radiazioni aliene emanate da una sonda tornata da Venere, in Dawn si parla di un virus del sangue. In Day il mondo esterno oramai tace e le risposte vengono cercate dagli scienziati chiusi nel claustrofobico mondo del bunker. Sarah, la protagonista principale, indaga proprio l'origine del fenomeno. La vediamo all'opera con analisi di sangue e tessuti, e discutere sull'oggetto stesso della ricerca, purtroppo senza avanzare mai nessuna ipotesi in merito: dalle sue parole e dal suo sconforto si capisce soltanto che non sta approdando a nulla. In Land, le risposte sono oramai una sorta di leggenda, agli uomini resta solo la mera sopravvivenza. La spiegazione pare oramai argomento superato e dimenticato: "un germe o qualche forza diabolica li fa camminare" dice un giovane cacciatore all'inizio, come oramai fosse un fatto assodato, senza importanza. Conta solo che ci sono e occorre conviverci, temerli, evitare di essere morsicati, distruggerli ogni volta che è possibile farlo.

Di fronte alla mostruosità il genere umano cerca risposte sicure per tranquillizzarsi, e in assenza di spiegazioni definitive ed indubitabili tenta di coprire il baratro dell'orrore con stracci di potenziali verità. Ma fallisce, e ciò che resta è solo la possibilità di combattere i mostri sul piano pratico. Si afferma la preminenza dell'avventura.


Stefano Re ©2005

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