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Il Mondo

SUL MOLO
Bene. Molto bene.
Una volta preso l'abbrivio, ho sentito dire, il resto scivola liscio a valle...
E forse è solo così che possiamo spiegarci la logica di un fucile a pompa. C'è una linea di demarcazione ben precisa nella testa di ognuno di noi, e passata quella linea ombre e colori si confondono e diventa difficile far tornare i conti, persino i più elementari.
Perché vedete, i conti si apprendono.
La logica si apprende. Te la danno con le cucchiaiate di omogeneizzato, con i ghiaccioli estivi e con i cantanti che vanno a Sanremo. Ce la insegnano a casa, infilandola tra i baci materni e schiaffandola sotto le coperte quando ce le rimboccano. E a scuola, al catechismo, al centro sociale, in palestra. Non si sfugge a questo accerchiamento. Te la danno in pasto con il gelato, con le droghe e con i programmi televisivi della domenica pomeriggio. Abbiamo un ribelle, qui. Presto, una maglietta da Punk. E foto, che esca bene sul giornale della sera.
Un attimo, non partite con le definizioni.
Paranoico, certo. Forse.. e forse non abbastanza.
I ragazzi stanno fermi. Diamo loro una moto veloce, che corrano a schiantarsi ma che corrano, perdio! Riempiamoli di buoni consigli, di convinzioni politiche e religiose, diamo loro sport in cui sfogare l'aggressività, e una selezione dura sul lavoro. Che si facciano le ossa. Che cementino le convinzioni. Che ci spendano sopra prima ancora di averle capite del tutto. E se ancora non basta ci danno gli stadi, ci regalano dei celerini con cui combattere, che poi sono solo persone come noi, messe lì apposta. E ci danno delle canne da fumare, delle pasticche da inghiottire che poi si balla e si sballa e ci viene fuori materiale per l'articolo sul rotocalco o una bella intervista strappalacrime in tv. E se veramente non ci basta eccovi un poco di eroina, che così non ci mettete più di tanto a levarvi dai coglioni. Perché, vedete, il punto principale è che qualunque cosa finiate a fare, dovete farla in fretta. Chi si ferma troppo a lungo rischia di mettersi a pensare davvero. E allora via con quella centrifuga, più rapido il progresso e che tutti corrano. In tondo, se possibile, ma che corrano veloce. E ci danno religioni, vecchie e nuove e per tutti i gusti. Siete individualisti? Ecco un mezz'etto di Taoismo. Avete fifa della morte? Un po' di sano vecchio cristianesimo. Che c'è? Vi piace scopazzare senza troppi sensi di colpa? Ma non c'è problema, abbiamo della New Age fresca fresca qui in offerta speciale. C'è anche il CD ed il bruciaincesino in omaggio. Incenso non incluso però.

Puri come i bambini, dicono.
I bambini non sono puri. Sono soltanto privi del controllo. Non hanno rimorso, non hanno preoccupazioni che non siano immediate. Che non siano VERE.
Ma ci stanno già pensando. I bambini devono andare a scuola prima, è stato deciso. Si impara molto più in fretta in età infantile a quanto pare. Prima parte il lavaggio prima abbiamo altro posto in lavatrice. Centrifuga permettendo. I bambini sono spietati. Date in mano una pistola ad un bambino e farà saltare il cervello al papà per dormire ogni notte con la madre. Il complesso di Edipo crea problemi nei grandi solo perché i piccoli non hanno accesso ai coltelli. E non fate quella faccia schifata. Avete mai visto un bimbo di quattro anni preoccuparsi del ciccione mentre scivola sulla banana? C'è solo la meraviglia della improvvisa assenza di peso, e quella buffa espressione terrorizzata sul suo faccione mentre annaspa nell'aria con le mani protese. E poi c'è il tonfo, non dimentichiamocelo. E' quello che ci fa morir dal ridere. Si cresce, e se il ciccione ci scivola davanti si comincia a pensare alle sue delicate vertebre, a sua moglie che aspetta a casa e ai suoi quattro piccoli figlioletti. Abbiamo preso gli omogeneizzati, visto i film in TV e comperato qualche CD ed è tempo di preoccuparsi e seguire le regole, cazzo. Certo, è umano, ci viene da ridere lo stesso... ma cerchiamo di nasconderlo.
Non è bene lasciar andare certe reazioni. Vanno controllate.
E così si vive sui binari, tutto fila liscio come l'olio e siamo tutti qui fieri e rampanti per mostrare al mondo che sappiamo farci valere. E Corriamo... Veloci. Finché non si passa oltre la linea di demarcazione.
E' un errore. Una falla nel sistema.
Passi ad un pelo dalla casella dello psichiatra e due dita da quella della droga, sfuggi con fatica alla voglia di farti secco da solo e dribbli agilmente quella di cominciare a fare secchi gli altri. E infine arrivi al molo, e l'oceano ti si stende davanti, immenso.
E chiama.
Può essere faticoso, all'inizio. Sai quel che lasci, bene o male che sia. Ma non sai a quale porto andrai ad approdare. E' come fare un tuffo di notte da scogli che non si conoscono. Poi si prende l'abbrivio. Come una febbre, cresce la consapevolezza di essere davvero vivo. Di essere vero.

E tutto comincia ad andare bene.
Molto bene.

Stefano Re © 1994
da Tracce

IDEE E IDEOLOGIE
Ho un’opinione. Questo mi piace. Un’opinione è qualcosa che si può modificare, qualcosa con cui fare i conti, ma che alla fine viene anch’essa messa in discussione. Non come le certezze. Le certezze servono solo a limitarci. Ogni certezza acquisita è uno steccato che c’impedisce di cavalcare verso nuovi prati. Più certezze abbiamo più stretti stiamo nel nostro recinto. E come ronzini impazziti corriamo inutilmente in tondo Ma le opinioni servono. Sono punti di riferimento, su cui basarsi per scelte, espressioni, convenienze. Per comodità le trasformiamo in certezze. Una certezza spazza i dubbi, rende più decisi, rende più inattaccabili. Ma ogni cancello che chiudiamo pur lasciando fuori cose pericolose, chiude dentro noi. Tenetevi le vostre opinioni, ma lasciate che siano messe alla prova, pronti a rinnovarle come a confermarle. E soprattutto, non confondetevi con le idee. Ognuno è una persona, non il paladino di un concetto. Una volta un mio acerrimo nemico politico del liceo mi urlò contro: tu giochi soltanto con la politica! Aveva pienamente ragione. Si gioca anche molto seriamente ma resta sempre un gioco. Chi se lo dimentica si confonde con l’idea. Ma le idee non sono costrette a vivere, amare, pisciare, dormire. Lei idee non hanno personalità, non hanno antipatie, momenti di smarrimento o debolezza. Non sono dolci e violente per scelta. Non sono responsabili davanti a sé stesse delle loro scelte. Noi sì.

Usa le idee, non farti usare da loro

UN SORSO IN PIÙ
Stanotte ho visto Schindler's List. La mia solita insonnia e dalle 4 alle 6 ho fatto lavorare il videoregistratore. Il sole dell'alba mi ha visto piangere. Sono circa tre giorni che ascolto quasi ininterrottamente l'ultimo album di Carmen Consoli, ed in particolare la canzone 'Un sorso in più', che parla dell'olocausto. Faccio fatica a scrivere questo, ma devo farlo. Devo capire. Fin dal liceo sono stato decisamente di destra. Ne ho sempre apprezzato simboli e concezioni, dalla filosofia Nietzschana alle bandiere. Non ho mai odiato la diversità, non sono mai stato razzista né antisemita, ho sempre cercato di immaginare una destra che viva le sue premesse nel mondo democratico. Ma sono nato in un mondo democratico. Cosa avrei pensato se fossi nato negli anni venti? Avevo diciotto anni e passavo i pomeriggi in fonoteca ad ascoltare i Pink Floyd leggendo testi sul fascismo, sul nazismo, sulla guerra e sui campi e lo stomaco mi faceva male guardando quelle foto. E mi chiedevo: questo è il solo finale possibile per queste premesse? Ma dovevo capire. Stanotte lo stomaco mi ha fatto male, ed anche ora me ne fa. Ho ventisei anni e devo ancora capire.

Sono nato in un mondo in cui mi hanno insegnato che ogni uomo è uguale all'altro, e che ogni vita ha lo stesso valore di un'altra. Se nascevo negli anni venti in Germania sarei stato convinto del contrario. Avrei indossato una divisa nazista. Avrei lavorato al meccanismo che ha portato all'olocausto. La mia domanda è: mi avrebbe fatto male lo stomaco? Non faceva male lo stomaco alle SS mentre fucilavano donne e bambini? E' possibile che noi esseri umani diventiamo solo ciò che il sistema ci vuole far diventare? Oggi ragioniamo e pensiamo di essere liberi di ragionare, ma gli schemi che usiamo sono quelli che ci hanno insegnato. Anche le SS erano convinte di ragionare liberamente? Dormivano sonni sereni dopo aver respirato la sofferenza dei prigionieri dei Lager? Oggi vedo le foto dei cadaveri ammucchiati e soffro. Vedo un film come Schindler's List e mi viene da piangere. Rifiuto con tutte le mie forze questo orrore. E' possibile che avrei riso con altri a fianco di quei mucchi? Che mi sarei messo in posa per le foto ricordo? Che avrei creduto che fosse l'alba di un nuovo mondo? E' possibile che basti una scuola e un megafono per darci o toglierci la sensibilità verso la sofferenza altrui? E' possibile che la coscienza sia solo un prodotto della società?
Queste domande mi fanno male. Mi chiedo se le risposte me ne farebbero di più.

Stefano Re © 1997
da Tracce