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L'aculeo

LA DEMOCRAZIA DELLE BOMBE
15/03/2004

E' giustamente una questione di opinioni. Eccovi la mia: si chiama "vigliaccheria politica". Il governo che rappresenta la maggioranza elettorale di una nazione decide, a torto o a ragione, di sostenere una campagna militare contro degli assassini che colpiscono civili innocenti, in massa, e minacciano di continuare a colpirne. Questi assassini riescono a colpire una città di questa nazione. Uccidono centinaia di persone. E molti votanti decidono che, per evitare di irritare oltre questi pericolosi assassini, è meglio avere un governo che li lasci un po' stare. Proporrei di sistemare un telefono rosso nel palazzo del governo Spagnolo, così Bin Laden potrà telefonare direttamente che cosa preferisce che venga fatto riguardo alla politica estera e magari interna della Spagna. Ovviamente, o così o bomba. E il messaggio che ne esce è: "Vuoi fare cambiare orientamento per un voto? Piazza una bomba. Più è grossa, più gente voterà come vuoi tu." Questa non appare soltanto una resa incondizionata ai maestri del terrore, ma anche e sopratutto un tradimento feroce nei confronti di chi nell'attentato di Madrid è morto. Con questo cambio di voto pilotato a suon di bombe, si riconosce la capacità di persuasione di questo argomento. E si rende merito a chi quelle bombe le ha messe. Ora aspettiamoci che in vista delle elezioni politiche in Italia saltino per aria due o tre stazioni della metropolitana. Chissà, potrebbe anche essere una ottima idea per la campagna elettorale. O voti pacifista e lasci stare Bin Laden, o ti facciamo saltare la Stazione Centrale. Come incentivo pare funzioni egregiamente.


Stefano Re © 15/03/2004