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LA SFIDA DELLA MEMORIA
Leonard soffre di "perdita della memoria a breve termine". Un disturbo che di norma sopraggiunge in seguito ad un evento traumatico. Ricorda stabilmente solo ciò che è avvenuto prima dell'incidente: ricorda sua moglie, prima che un assalitore la violentasse. Ricorda di avergli sparato e ricorda d'esser stato colpito duramente. Di lì in poi, perde la memoria ogni cinque minuti circa. Vive imprigionato in un eterno presente con la scia di 5 o 10 minuti al massimo, in una lotta con il tempo che combatte con ferrea determinazione fotografando tutto ciò che lo circonda, scrivendo sulle polaroid che cosa significano per lui le persone o gli oggetti che fotografa, tatuando il suo corpo con frasi e descrizioni che gli ricordino a che punto è la sua caccia. Lo scopo della sua vita è trovare quell'assalitore misterioso, colui che ritiene responsabile della morte di sua moglie e della rovina della sua vita. Una persona che non ricorda nulla di chi ha incontrato o cosa abbia fatto pochi minuti prima è facile preda di chi lo voglia sfruttare, specie se gonfio di rabbia e determinato ad uccidere qualcuno. Coloro che vediamo nel corso del film potrebbero dunque avergli, prima o dopo, mentito. La vicenda è già di per sé piuttosto disorientante, figurarsi se poi il regista decide di mostrarci il film in retromarcia. La prima scena è l'ultima della storia. Tutto ciò che segue è, un pezzo alla volta, l'antefatto. Un viaggio all'indietro pieno di sorprese, colpi di scena e imprevisti sia per il protagonista, che di essi non ricordava nulla nelle scene successive, sia per lo spettatore, che nulla può quindi desumere dalla fine. Un percorso camminando a ritroso, verso segreti che non vorremmo ricordare.
Astuto e ben congegnato, il film tiene un ritmo piuttosto veloce e non culla lo spettatore con troppe spiegazioni: i personaggi svelano le loro intenzioni nei fatti, smentendosi dove fingono, rivelandosi sinceri, crudeli, approfittatori o semplicemente stupidi con le loro gesta. La voce narrante è quella di un cieco, che parla di cose che non sa, basandosi su scritte scarabocchiate sul retro di polaroid o tatuaggi colmi di odio scavati sul suo corpo. Con grande senso del ritmo Nolan ci porta anche a momenti esilaranti, come quando il protagonista si "sveglia" da una delle sue perdite di memoria durante un inseguimento, e non sa più se è l'inseguito o l'inseguitore. Un tocco decisamente noir sia nella vicenda sia nei personaggi, che ne escono tutti più o meno sporchi, disonesti, crudeli. Il cast si muove con grande disinvoltura, a partire da Guy Pearce, già apprezzabile in LA Confidential, che qui deve continuamente sgranare gli occhioni stupito nel sentirsi riconoscere da gente di cui non ricorda assolutamente nulla. Direttamente dal cast di Matrix arrivano poi Carrie-Anne Moss e Joe Pantoliano, che se la cavano egregiamente nei loro personaggi. Un montaggio ben scandito, una fotografia e una tecnica di ripresa volutamente disorientanti, che sottolineano la generale assenza di punti di riferimento attorno cui ruota l'originale soggetto. Forse poco credibile la pianificazione del poliziotto, forse un poco lacunose le reazioni della donna, forse qualcuno si domanda perché mai uno debba indossare gli abiti di chi uccide o fregargli la macchina. Ma non si tratta di pecche tali da far saltare l'impianto della storia, né da smorzarne l'effettiva validità. Che si giochi sulla memoria o sull'oblio nessuno ne esce pulito.
SCHEDA
Memento
regia di Christopher Nolan, anno 2001. Personaggi e interpreti: Guy Pearce - Leonard "Lenny" Shelby Carrie-Anne Moss - Natalie Joe Pantoliano - Teddy Stephen Tobolowsky - Sammy Jankis
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