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IL RUGGITO DEL CONIGLIO
Uno degli aspetti che maggiormente apprezzo nel cinema è quando è in grado di superare la barriera dello schermo e coinvolgere davvero lo spettatore. Non parlo semplicemente delle emozioni: quelle sono il livello minimo che un buon film dovrebbe trasmettere. Parlo della capacità del film di blandire, guidare, magari intrappolare lo spettatore in un gioco di specchi in cui il film non sia più, solamente, un passatempo passivo. Ci sono pochi film in grado di ottenere davvero simili risposte dallo spettatore, e uno di essi è certamente Donnie Darko. Il film criptico non è necessariamente un buon film: alcuni film semplicemente non hanno senso, o ne hanno ma è irraggiungibile. Donnie Darko appartiene invece alla categoria del film che offre delle tracce di interpretazione, in modo più o meno onesto, e lascia poi lo spettatore a scegliere se e in che misura rompercisi la testa. E davvero di rompicapo si tratta, coinvolgendo teorie sulla struttura del tempo e dello spazio, universi paralleli, azzardate nomenclature e un complicato, radicale riassetto della logica narrativa.
Una colonna sonora fresca e classica al tempo stesso, perfettamente integrata nella vicenda; l'uso del montaggio che sottolinea i cambi di regime del tempo narrativo; una sapiente scelta degli attori e delle immagini; una ottima fotografia e dei dialoghi strepitosi circondano e abbracciano la narrazione, condendo il film di un piacevole gusto di denuncia delle ipocrisie e della rigidità mentale imperante senza scadere nel "genere" e parimenti senza dare l'impressione d'essere soltanto cosmesi. I personaggi hanno un loro spessore, le prove di recitazione sono sopra la media. Tra i tanti ho trovato un ottimo Noah Wyle, cresciuto assai bene nel suo pronto soccorso; un convincente Patrick Swayze nei panni assai scomodi del predicatore segretamente pedofilo; una piacevole Drew Barrymore e un Jake Gyllenhaal assai promettente, che attendo di vedere fuori dalla felpa e senza sorriso imbambolato prima di sbilanciarmi troppo. Un film a più letture quindi, e tutte a semaforo verde, tanto nella sua struttura quanto nei suoi contenuti, primari, tangenti e trasversali che siano.
Che si tratti di una raffinata operazione commerciale, o se sia sperimentazione d'avanguardia - coraggiosa espressione artistica o sornione calcolo pubblicitario, di sicuro è un progetto ambizioso, ben curato, pungente ed efficace. Plauso a Richard Kelly, alla prima prova col lungometraggio. Promosso a pieni voti.
SCHEDA
Donnie Darkol
regia di Richard Kelly, anno 2004. Personaggi e interpreti: Jake Gyllenhaal - Donnie Darko Maggie Gyllenhaal - Elizabeth Darko James Duval - Frank Patrick Swayze - Jim Cunningham Noah Wyle - Prof. Monnitoff Drew Barrymore - Karen Pomeroy
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