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L'ATTACCO ALLE TORRI GEMELLE, UNA ANALISI
  L'11 settembre ha segnato, nell'immaginario collettivo dell'intero mondo occidentale, un significativo cambiamento. Quella che era la "questione mediorientale" è diventata la "minaccia mediorientale". Quello che era "il mondo islamico" è diventato il "pericoloso mondo islamico". Quello che era uno sceicco che finanziava dei terroristi per guerre lontane e sconosciute è ora "il babau", l'uomo nero per eccellenza. Un simile messaggio ha sotto tutti i punti di vista, un effetto positivo per la causa terrorista. Ne ha per ottenere attenzione sulle proprie rivendicazioni, filosofie ispiratrici e cause dichiarate; ne ha nel serrare le fila dei propri adepti e seguaci e sostenitori; ne ha nell'irrigidire le posizioni e nel costringere i moderati a scegliere di schierarsi dall'una o dall'altra parte; ne ha nell'impedire il dialogo; ne ha nell'incarnare per milioni di musulmani che vivono in condizioni di forte disagio un "eroe" cui fare riferimento e una "santa causa" in cui convogliare le proprie energie per compensare la frustrazione concreta ed esistenziale.
Vediamo ora nel concreto quali tra i probabili obiettivi dell'attentato al Wolrd Trade Center sono stati raggiunti e con che conseguenze.

• Indebolimento USA

  Gli Stati Uniti non hanno mai, in tutta la loro storia, subito un attacco più diretto e profondo sul proprio territorio. La popolazione americana ora prova l'incertezza di chi si scopre attaccabile e la paranoia di chi non sa quando e da dove potrà giungere il prossimo attacco. Questa guerra psicologica era evidentemente uno degli obiettivi di Al Qaeda. indubbiamente mettere in luce tale vulnerabilità è uno degli obiettivi centrati dall'attacco. Dall'altro lato però, questo attacco ha anche provocato una grande determinazione nel popolo americano e destato una certa inquietudine in tutti i paesi occidentali, sensibili agli attacchi terroristici, avviando anche un processo di inasprimento di pene e energie impiegate nello studio e nel contrasto della attività terrorista. La diretta - ma ponderata e soprattutto approvata dall'ONU - reazione militare degli USA ha di fatto dissolto il regime Talebano in Afghanistan, distruggendo la maggior parte delle strutture logistiche di Al Qaeda e prendendo il controllo dell'area geografica da cui il gruppo terrorista ha da sempre raccolto adesione, sostegno e rifugio. Nel complesso, gli usa sembrano aver assorbito in maniera efficace l'attacco, mentre Al Qaeda ha, di fatto, perso un importante caposaldo logistico.

• Fare notizia

  Molti hanno commentato la scelta di fare giungere il secondo aeroplano dopo alcuni minuti come la precisa volontà di favorirne le riprese televisive. Non sapremo mai se questo effetto era o meno nelle intenzioni di Al Qaeda, ma di certo ha ottenuto una spettacolarità non indifferente. L'attacco in sé ha tutti gli ingredienti per raggiungere la massima notorietà: efferatezza, dimensioni, imprevedibilità. Questo in termini di strategia del terrore è il migliore risultato che Al Qaeda potesse desiderare, ma la strategia del terrore non è la sola finalità di un simile attacco. Altrettanto importante è che le televisioni e i giornali dell'intero pianeta abbiano mostrato il volto di Bin Laden a fianco e in contrapposizione con quello di George Bush. Dare ad un terrorista il ruolo di antagonista dell'uomo a capo della nazione più potente del mondo significa implicitamente trasmettere il messaggio che Bin Laden e Al Qaeda sono altrettanto potenti e meritano altrettanta attenzione.

• Serrare le fila

  L'importanza di Al Qaeda e il lustro personale di Bin Laden hanno dunque ottenuto un grande vantaggio dalla pubblicità seguita all'attacco alle twin towers. Questo obiettivo comporta una serie di vantaggi anche all'interno del variegato e mutevole panorama dell'estremismo islamico. Ora Bin Laden è quantomai un punto di riferimento e di potere imprescindibile per i gruppi che orbitano nell'area della "revanche" di matrice islamica. I sostenitori dell'estremismo vedono in lui un leader, un simbolo e un eroe, e hanno la prova delle sue capacità offensive nei confronti dei "nemici". La notorietà si mostra anche tramite mezzi avanzati come Internet, dove i gruppi islamici hanno da anni attivato una rete di informazione, contatto e reclutamento internazionale. Si ritiene difatti che dopo la distruzione dei quartieri generali logistici in Afghanistan, Al Qaeda abbia trasferito in Internet la propria attività organizzativa.

• Impedire il dialogo

  la gravità dell'attacco si poneva certamente come obiettivo quello di radicalizzare lo scontro e renderlo una "guerra santa" tra cristianesimo e islamismo, dividendo il mondo in due aree di influenza rigide e non comunicanti. In parte l'obiettivo è stato raggiunto, e in molte aree i contrasti di tipo religioso, così come le diffidenze reciproche, sono salite a livello di dimostrazioni di intolleranza quando non di scontro aperto. Ma l'effetto "valanga" che lo steso Bin Laden ha più volte paventato nei suoi proclami non ha avuto luogo. Questo è dovuto, principalmente, alla grande capacità diplomatica mostrata dalla casa bianca e dagli altri paesi occidentali, che invece di reagire con peraltro comprensibile furore hanno perseguito la via della determinazione pacata e portato all'attacco una risposta nel suo complesso efficace, intensa e controllata. La tensione ha immediatamente rinfocolato la battaglia in tutti i punti caldi tra cristianità - mondo occidentale e aree a forte presenza Islamica, dalle filippine alla Palestina - e si può ragionevolmente ritenere che l'ondata di attentati e scontri non sia stata affatto casuale, ma ovunque si è visto un intenso lavoro diplomatico teso a limitare il danno e non ad accendere la battaglia. Unico punto veramente ancora acceso di questa lotta riguarda il nodo palestinese, che ha visto e vede la diplomazia USA fortemente schierata per una soluzione il più possibile equilibrata e pacifica, nonostante il continuo impiego di attentati terroristi che richiamano inevitabilmente l'attacco alle due torri.

  Nel complesso si può dire che l'attacco alle due torri abbia da un lato ottenuto gran parte dei propri obiettivi immediati, ma che la reazione americana e occidentale ne abbia grandemente limitato gli effetti.

© Stefano Re 2002
© Cooper&Castelvecchi 2003