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IL "PARADIGMA PREVALENTE"
  Un concetto simile viene esposto da diversi autori di posizione femminista con il nome di "paradigma prevalente". Nel pensiero femminista questo modello si identifica però con il sistema patriarcale e ne contiene modalità e scale di valore, cui viene contrapposto un possibile paradigma matriarcale, descritto come una struttura di valori e relazioni alternativa. Nell'ottica femminista, con il concetto di "paradigma prevalente" si indica quindi il confronto tra due possibili sistemi di valori, mentre in questa sede, parlando di cultura di genere, vogliamo riferirci a un livello più profondo della percezione umana: al livello di definizione del criterio stesso di realtà. Parliamo qui del livello in cui si decide come la realtà venga percepita, ossia di un meta-livello cognitivo.

  Per il lettore che non sia familiare con il concetto di meta-comunicazione ne esemplificheremo qui di seguito alcuni concetti fondamentali. Si prenda in considerazione quale esempio un dialogo tra due persone. Anzitutto in esso identifichiamo il contenuto, ovvero ciò che una frase esprime, come "oggetto della comunicazione". Definiamo invece le regole della grammatica che compongono la frase come "struttura della comunicazione". Mentre l'oggetto viene definito durante il dialogo, quando una persona lo enuncia a un'altra, le regole non vengono stabilite in quella occasione, ma sono acquisite in precedenza da entrambi i partecipanti al dialogo, e precisamente nel livello di "meta-comunicazione", che letteralmente significa "comunicazione sulla comunicazione". Definire le regole tramite cui si dà corpo a una frase è evidentemente un'operazione che non può essere fatta durante un dialogo, a rischio di rendere indecifrabile la comunicazione stessa. Le regole devono essere definite su un piano differente, ovvero su un livello "superiore". Nel caso della grammatica, esse vengono acquisite quando si impara a parlare, per poi essere utilizzate il più delle volte in maniera totalmente inconscia. Questo elemento è una costante nelle meccaniche proprie della meta-comunicazione: ciò che si apprende e definisce quale meta-livello viene in seguito normalmente utilizzato senza alcuna coscienza di esso.

  L'ipotesi di questo libro è che il sistema percettivo della realtà che apprendiamo non soltanto a scuola e in famiglia, ma persino come precipitato genetico di 10mila anni di Storia, altro non sia che il frutto di una cultura di genere fondamentalmente maschile. Applicare a questo meta-livello percettivo il concetto di cultura di genere comporta che ogni manifestazione che approcciamo - sia essa pensiero, azione, struttura sociale, definizione di valori o altro - è necessariamente inquadrata e contenuta nella percezione di genere. Come ci insegna la Pragmatica della comunicazione, diventa pertanto impossibile commentare questa realtà dal suo interno. In termini pratici, definire la nostra attuale percezione di realtà come frutto della cultura di genere propria del Drive Maschile rende ogni manifestazione percepibile inevitabilmente sottoposta a essa. Quindi lo stesso Femminismo, o il concetto di paradigma prevalente, non sono altro che espressioni della cultura di genere dominata dal Drive Maschile.

  Introducendo quindi un primo fondamentale spunto di riflessione nonché una delle ipotesi di partenza di questo libro, ci poniamo nell'ottica che la realtà quale viene oggi comunemente percepita e condivisa altro non è che espressione di una cultura di genere o, per meglio dire, l'immagine proiettiva del risultato di una interazione dei due generi quale si è dipanata nel corso dell'intera Storia umana. Se consideriamo la ricerca nel suo insieme figlia di un sistema culturale "di genere", la stessa nascita di discipline come la Psicologia, la Sociologia e la Psicologia sociale risultano in tale ottica espressioni storiche di un preciso percorso di genere. La nozione medesima di "studiare la differenza di genere" è di per sé un concetto figlio delle necessità proprie di quello che definiremo tra poche pagine come Drive Maschile.

  Se queste righe appaiono ora oscure, il lettore non tema: nel corso del libro scioglieremo questi concetti in un linguaggio divulgativo, e li spiegheremo con semplicità. Qui basti dire che secondo tali premesse studiare i generi e le loro differenze usando i metodi scientifici finora analizzati è quasi equivalente a voler studiare le differenze tra esseri umani e abitanti del pianeta Marte ponendo entrambi i campioni di fronte a test come quello di imparare a memoria brani della Divina Commedia o descrivere le proprie emozioni ascoltando una sinfonia di Mozart.

© Stefano Re 2003
© Cooper&Castelvecchi 2003